ATLETI PER SEMPRE

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IL PROGETTO
Alimentazione

Indice glicemico e carico glicemico. Qual è la differenza

L’indice glicemico degli alimenti è un valore a cui sempre più persone prestano attenzione.

Ma perché il controllo della glicemia è importante per gli sportivi e non solo per loro?

Le calorie non sono tutte uguali! La velocità con cui un cibo cede il proprio contenuto glicemico cambia completamente le reazioni del corpo, per cui è meglio preferire cibi a minore indice.

Un indice glicemico basso ha principalmente 2 vantaggi:

  • Innalza più lentamente la glicemia nel sangue e garantisce disponibilità di energia per un tempo maggiore.
  • Non minori sbalzi glicemici allontana il sopraggiungere dello stimolo della fame.

Un cibo ad alto indice rende disponibile molto velocemente la propria energia, ma altrettanto rapidamente la fa precipitare. Questo produce un’ipoglicemia reattiva che ci inducevo stimolo della fame per riportare il livello di zuccheri in una zona di sicurezza.

Se reintroduciamo nuovamente cibi ad alto indice, finiamo per creare un circolo vizioso.

L’organismo non tollera alti livelli di glicemia a nel sangue, per cui  attraverso il rilascio di insulina, il glucosio non “speso” con il movimento viene immagazzinato negli adipociti. In parole semplici gli zuccheri non spesi velocemente vengono  convertiti in grasso.

C’è un po’ di confusione però su come dobbiamo interpretare l’indice glicemico che ha come parametro di riferimento il valore del glucosio puro, uguale a 100.

Consultando le tabelle si possono trovare informazioni che a volte inducono in errore, specialmente per quanto riguarda la frutta e qualche verdura. Potremmo trovarci ad esempio di fronte a valori che possono sorprenderci, ma che dobbiamo saper interpretare.

Il melone per esempio ha un indice glicemico (IG) di 75 e questo ne farebbe un alimento off limits, anche perchè ad esempio in media un gelato alla crema ha un IG di 60.

Ma com’è possibile?

In realtà la misurazione si effettua somministrando una quantità di alimento che contenga 50gr di carboidrati. E’ evidente che il melone è un frutto a bassissima densità di carboidrati (circa 7.4 gr ogni 100 di prodotto), per cui per arrivare a 50gr bisogna ingerirne circa 670gr.

Un gelato invece arriva anche a 25gr di carboidrati ogni 100 di prodotto, per cui in questo caso il paragone corretto dovremmo farlo con l’assunzione di 200gr di gelato e 670gr di melone.

In questo caso, sì, il melone crea un innalzamento glicemico peggiore del gelato alla crema.

Quindi se vogliamo fare attenzione teniamo d’occhio soprattutto il carico glicemico che possiamo ricavare facilmente dai valori nutrizionali.

Se guardassimo solo l’indice potremmo arrivare a credere due fette di melone siano più ingrassanti di un noto snack al cioccolato, arachidi e mou che ha un IG inferiore ai 60. Ma ovviamente non è così.